lunedì 2 luglio 2012

Dolgopov–Sgarbi: la Fellatio di Berlusconi censurata alla mostra di Spoleto Arte

É Iniziata con una lite tra Vittorio Sgarbi e Michail Misha Dolgopov dopo che il critico d'arte, venerdì, visitando l'allestimento delle mostre di "Spoleto Arte" inaugurate ieri a Palazzo Racani Arroni, ha scoperto che lo scultore russo ha esposto una scultura decisamente provocatoria. L'opera si trova all'ingresso, subito a destra, particolarmente imponente e pesante, e rappresenta in modo assolutamente naturalistico una donna nuda inchinata davanti a un uomo nell'atto della fellatio, con una vistosa ostentazione degli attributi. Inoltre il volto dell'uomo richiama quello dell'ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, in modo evidentemente allusivo.
"é una provocazione - commenta risentito Sgarbi - di cui, nonostante i miei principi, non sono stato avvertito e non ho visto preventivamente la documentazione fotografica. Ho disposto pertanto di coprirla. Ho apprezzato molto il lavoro di Elisabetta Rizzuto che ha curato l'allestimento insieme al consorzio "Spoleto Nuova", ma non posso tollerare che si facciano simili affronti senza esserne informato."
Michail Misha Dolgopov pretende adesso un "chiarimento" da Vittorio Sgarbi, diversamente ha annunciato che abbandonerà la rassegna.
La Nazione Lunedì 2 Luglio 2012

 

L'arrivo di Sgarbi a Spoleto oscura il festival per il polverone che il critico arte alza, su una scultura esposta nelle sue mostre a palazzo Racani Arroni. L'opera, firmata dall'artista russo Dolgopov; riproduce una "Fellatio" e per volere di Sgarbi è stata subito censurata.

Coperto con una sciarpa leggera "l'atto divino" dì Misha Dolgopolov fa bella mostra a palazzo Racani Arroni, mentre la città bolle alle parole dell'inarrestabile Vittorio. É difficile credere che nell'ennesima baruffa spoletina di Sgarbi non ci sia dietro la volontà e l'intenzione del critico d'arte di attirare su di se i riflettori dei media a scapito dell'inizio del Festival dei Due Mondi con il quale ha rotto clamorosamente pochi giorni fa. Ma lui nega e tiene la parte.

"Tutti penseranno che l'abbiamo fatto apposta - il critico d'arte spara alto alla conferenza ufficiale -, ma non è così. Non ho potuto tacere per le dimensioni del fallo riprodotte dall'artista, talmente vistose da essere un affronto."

Poi un aneddoto su un vescovo alle prese con un artista in pieno atto di autoerotismo. Molto rumore, insomma, tanto da sembrare impossibile, e poco credibile, che solo venerdì sera Sgarbi si sia accorto che la statua di proporzioni notevoli, realizzata dallo scultore russo Michail Misha Dolgopov e posizionata nell'ingresso del palazzo Racani Arroni dove sono state allestite le mostre di “Spoleto Arte”, rappresenta una "fellatio” vera e propria, vale a dire una donna davanti ad un uomo nudo con ostentazione di attributi maschili e che oltretutto quell'uomo nel volto ricorda senza ombra di dubbio l'ex premier Silvio Berlusconi.

Il bunga bunga di berlusconiana memoria è sbarcato così in forma clamorosa al Due Mondi che, pur avendo preso le distanze da Sgarbi nelle persone del direttore artistico Ferrara e del sindaco Benedetti, comunque non può uscire indenne da un simile incidente di percorso. É difficile pensare, dicevamo, che il provocatore per antonomasia noto, comunque per saper far bene il proprio mestiere di critico e di curatore di mostre, non avesse visionato una per una le opere di Dolgopolov da mettere in mostra e soprattutto non abbia scelto lui in prima persona l'opera che avrebbe fatto da "anfitrione" nell'ingresso del Palazzo. Sgarbi ha invece reso noto nel pomeriggio di ieri, poche ore prima dell'inaugurazione pomeridiana, che la statua, più di 2 metri di altezza, "altamente provocatoria" sarebbe stata oscurata alla vista del pubblico con uri drappo. Ed ha precisato di "non essere stato avvertito e di non aver visto preventivamente la documentazione fotografica. Ho disposto quindi di coprirla. […]".

Se tutto questo non è un falso allora è un errore clamoroso per un curatore che si picca di essere uno dei migliori d'Italia. Dal canto suo Dolgopolov, artista quotatissimo di Leningrado che ha ereditato la passione per l'arte dal padre pittore, ha fatto sapere che se Sgarbi non avesse tolto subito il drappo dalla sua statua avrebbe ricaricato tutte le sue opere sul tir lungo 18 metri e abbandonato la città. Un bel ping pong che non ha fatto altro che alzare l’attenzione dei media e del pubblico sulle mostre inaugurate ieri che ospitano oltre ad altri splendidi esempi della produzione artistica dell'artistica russo anche opere di Fausto Pirandello, di Gillo Dorfles, di Gaetano Pesce e di altri autorevoli rappresentanti dell'arte contemporanea. All'incontro ha preso la parola anche Dorfles critico-filosofo di 103 anni: “a Spoleto esiste un terzo mondo, e l'ha inventato Sgarbi, il più vivace e il più nuovo. E io ne faccio parte, ma non credevo di approdare al terzo prima di congedarmi dal primo."

Corriere dell'Umbria Lunedì 2 Luglio 2012

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